Che l’acqua sia un elemento importantissimo questa è cosa risaputa. Da non sottovalutare però è anche il tipo di acqua che si consuma. L’Italia è tra i paesi europei con il maggior numero di sorgenti e conta circa 300 marche diverse di acqua minerale imbottigliata. Negli ultimi 20 anni poi, il consumo di acqua in bottiglia è quasi triplicato. Conoscere le etichette attaccate sulle bottiglie sta diventando un obbligo per il consumatore informato. Il parametro di maggiore interesse, tra la serie di numeri e percentuali quasi incomprensibili, è ‘il residuo fisso a 180 gradi’ che indica quanto rimane, in peso, dopo l’evaporazione di un litro di acqua. In questo modo possiamo sapere subito se si tratta di un’acqua povera di minerali (come le acque oligominerali) o vicerversa se è un’acqua con molti o persino troppi minerali. Questo dato è utile a chi soffre di calcolosi delle vie urinarie o quando si vuole aumentare la diuresi è quindi si ha necessità di assumere acqua a basso residuo cioè ‘minimamente mineralizzata’ (residuo inferiore a 50mg/l) o acqua ‘oligominerale’ (fino a 500 mg/l). L’importante è non scegliere delle acque ‘mediominerali’ (residuo fisso tra 500 e 1500 mg/l) o ‘ricche di sali minerali’ (oltre 1500 mg/l). Queste ultime sono quelle tipiche degli stabilimenti termali specializzate nelle patologie epatobiliari o gastrointestinali.
Altro elemento importante è il sodio. Per tutti coloro che sono ipertesi o per chi ha problemi renali e deve seguire una dieta iposodica, il contenuto di sodio nell’acqua minerale deve essere meno di 20 mg/l. Per chi, invece, deve prevenire e contrastare l’osteoporosi è consigliabile un’acqua minerale ricca di calcio (oltre i 150 mg/l) o almeno un’acqua bicarbonante o non troppo acidula.
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Anche il tipo d'acqua ha la sua importanza
18 giugno 2007
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