Gastronomia Online

Secondo una ricerca effettuata dalla London School Hygiene & Tropical Medicine, le persone grasse e quelle obese consumano più benzina. Per trasportare se stessi e il cibo che ingurgitano, gli obesi sprecano per l’esattezza il 18% di energia in più rispetto ai normopeso. E questo contribuirà nei prossimi anni ad aumentare il surriscaldamento globale. Mentre i dati sulla sanità non sono nuovi (gli europei nel 2007 hanno sborsato trecento euro di tasse a testa per pagare le cure mediche delle persone sovrappeso), quelli sul dispendio di energia fanno pensare.

Chi ha un indice di massa corporea (cioè una proporzione peso-altezza) superiore a 30, chi, vale a dire, è obeso, ha bisogno di molte più calorie rispetto a chi è “in forma”. Inoltre le persone snelle fanno più movimento e dunque è ipotizzabile che muovendosi a piedi consumino meno benzina. Insomma, gli obesi vanno controcorrente: il costo dell’energia aumenta, il cibo diminuisce e loro che fanno? Mangiano troppo e camminano poco. Questo il succo della ricerca.

Ma io dico: tra tutte le cause del surriscaldamento globale proprio agli obesi si doveva dare la colpa? Ecchessaràmmai. Se uno pesa duecento chili, per forza preferisce andare da MacDonald’s con l’auto piuttosto che in bicicletta. Vorrei vedere i due cervelloni che hanno svolto la brillante ricerca pedalare su una bici come fossero foche al circo. Senza offesa per le persone morbide, of course. E poi, come si può fingere di non vedere i tanti (magri, magri…) esagerati con suv rombante che sfrecciano per le viuzze del centro storico con un’auto (inquinantissima) che pare un carroarmato? Loro quanto contribuiscono a trasformare la Terra in una polpetta cotta al microonde? E le fabbriche? E tutto il resto?

Fra tutte queste chiacchiere da the delle cinque individuo solo due problemi reali: il fatto che il sovrappeso accorcia le aspettative di vita, perché chi è grasso tende ad avere molti problemi di salute; e lo spreco di cibo, che è l’altra faccia della medaglia sovra-alimentazione. Non so se oggi a scuola e a casa si insegni ancora che il cibo non si butta. A noi vecchi trentenni lo ripetevano un giorno sì e uno anche, e se penso che negli Usa il 25% del cibo finisce nell’immondizia mi pare una bestemmia.