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Secondo una ricerca gli italiani non sanno più cucinare

di marta 14 gennaio 2008
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Gli italiani non sanno più cucinare mediterraneo. Almeno secondo una ricerca, effettuata da Sitcom Editore, su un campione di 560 tra uomini e donne di età compresa tra i 18 e i 65 anni, in concomitanza con l’uscita dell’agenda “365 una ricetta al giorno” degli chef Stefano Fagioli e Monica Bianchissi. Quello che emerge da questo studio è abbastanza allarmante, soprattutto se si osserva l’andamento delle generazioni più giovani. Solo un italiano su quattro (24%), infatti, è capace di cucinare un menu completo, cioè dall’antipasto al dolce, e la percentuale diventa ancora più preoccupante se si prendono in esame i dati riguardanti gli under 35, con uno scarsissimo 11%. Il 67% degli intervistati però dice di saper preparare almeno qualche ricetta, naturalmente se questa non prevede una preparazione troppo complicata. Purtroppo per ‘non troppo complicata’ gli intervistati fanno riferimento anche a preparati già pronti. Il 65% ammette, infatti, di saper cucinare un piatto di pasta (i secondi di carne sono considerati dal campione molto più difficili da cucinare) anche se sorge il dubbio che si riferisca solamente a questa, senza far nessuna menzione al sugo. Sembra che nessuno sia capace di preparare un sugo al ragù o una salsa al pesto, men che meno un qualche secondo che si discosti dalla semplice fettina ai ferri o dall’imbarazzante hamburger. Solo il 23% degli intervistati dichiara di cucinare un secondo piatto due volte alla settimana.
Ma perché si è disimparato a cucinare? La colpa è da ricercare nel poco tempo a disposizione, nella pigrizia e in uno stile di vita stressante. Innanzi tutto – spiega il direttore generale editoriale di Sitcom, Corrado Azzolini – il (poco) tempo a disposizione. Gli orari lavorativi si sono ormai dilatati (38 ore settimanali, rispetto alle 36,9 della media europea per non contare gli 5 milioni di italiani che dichiarano di lavorare in tempi extra-lavorativi. Fonte Istat), così come il tempo impiegato nel tragitto casa-lavoro (da 31 a 60 minuti nel 34,4% dei casi a Roma, nel 29,4% a Milano, nel 26,5% a Napoli). Aggiungiamo la palestra o la volontà di passare il più possibile del pochissimo tempo libero insieme ai propri figli ed ecco che i minuti dedicati alla cucina sono esponenzialmente diminuiti“. A lungo andare questi menu disequilibrati e privi di alimenti importanti per il nostro benessere, come la frutta, la verdure e i legumi, possono provocare danni alla salute, come spiega Annibale Sandro Montenero, professore dell’Istituto Scientifico MultiMedica di Sesto San Giovanni “Una dieta poco varia, ricca di grassi saturi e ipercalorica, rappresenta un notevole fattore di rischio. Cibi di facile preparazione, ma ricchi di colesterolo, come uova, carne, formaggi, andrebbero eliminati o quantomeno limitati, mentre invece è fondamentale l’apporto di carboidrati complessi provenienti dalla frutta, dalla verdura e dai cereali, alimenti ricchi di sostanze anti-ossidanti”.

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