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Il latte di capra è adatto ad anziani e bambini

di marta 14 novembre 2007
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Spesso a chi soffre di intolleranza alimentare verso il latte vaccino viene consigliato di bere, al posto del latte di mucca, quello di capra anche se, in realtà, il consiglio non è dei migliori. Il latte di capra, infatti, possiede delle proteine che determinano le stesse reazioni allergiche a quelle del latte vaccino. Il latte di capra è comunque un alimento eccezionale ed è molto più gustoso di quelli vegetali (soia, riso ecc) anche se non piace a tutti a causa del suo gusto forte e saporito, a detta di qualcuno, quasi salato. La percentuale di carboidrati (lattosio) presente nel latte di capra è simile a quella del latte vaccino ma le quantità e le qualità dei grassi e delle proteine sono diversi. Mediamente il latte di capra è meno grasso di quello di mucca. La frazione lipidica del latte di capra risulta, inoltre, più digeribile grazie alle piccole dimensioni dei globuli di grasso e per il maggiore contenuto di acidi grassi a corta e media catena (da C10 a C14, capronico, caprilico, caprinico) che ne aumentano l’assorbimento intestinale. La quantità di grasso varia dal 3,6 al 4,3% con differenze però date dalla razza dell’animale, dalla sua provenienza e dalla sua alimentazione. E’ inoltre più ricco di calcio, ma ha però una minor quantità di vitamina B12 e di acido folico, (sostanze indispensabili per la sintesi dell’emoglobina e per la formazione dei globuli rossi) ed è abbastanza carente di ferro e di vitamina A, C e D. La mancanza di vitamina A (caroteni) conferisce ai formaggi di capra il colore tipicamente bianco, che diventa più giallognolo solo dopo una lunga stagionatura. Il latte di capra, rispetto al latte vaccino, è più ricco di sieroproteine e più povero di caseina, la proteina che forma la cagliata. E’ per questo che il latte di capra produce cagliate meno consistenti e difficili da filare, rendendo la mozzarella di capra una rarità. Secondo alcuni autori, infine, gli acidi grassi a media catena del latte di capra inibirebbero l’accumulo di colesterolo nei tessuti favorendone, tra l’altro, la mobilizzazione dai depositi. Inoltre, il latte di capra è quello che ha il minor contenuto di colesterolo, rispetto a quello di pecora e a quello di vacca, anche se non in percentuale così rilevante: 10 mg per il latte di capra per 100 g di prodotto contro gli 11 per quelli di pecora e mucca.

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