Polemiche dietro la Guida Michelin 2008

di marta 28 novembre 2007
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Con qualche polemica al seguito nei giorni scorsi è stata presentata la Guida Michelin Italia 2008. L’Italia eguaglia il risultato del 2007 con cinque ristoranti a quota 3 stelle: il Pescatore a Canneto (Mantova), il Sorriso a Soriso (Novara), le Calandre a Rubano (Padova), l’Enoteca Pinchiorri a Firenze e la Pergola a Roma. Ma si piazza dietro anche alla Germania, non certo nota per avere una cucina rinomata e al cui nome vengono alla mente solo crauti e wurstel, che ha 8 ristoranti insigniti dell’autorevole riconoscimento. Con questo risultato i tedeschi si sono piazzati al secondo posto nella prestigiosa classifica Michelin, battendo anche Spagna e Portogallo (entrambi a quota sei), e chinandosi solo agli inarrivabili 26 ristoranti a tre stelle della Francia (dato 2007, però). Le critiche a queste evidenti sproporzioni non sono state risparmiate da nessuna parte. L’edizione di Los Angeles della famosa guida rossa è stata accolta con freddezza ed un pizzico di fastidio. Il Los Angeles Times l’ha addirittura definita ‘amatoriale’ e ‘difficilmente credibile’. Questo malcontento ha già avuto i primi accenni nel febbraio del 2004, allorquando un ex critico licenziato, Pascal Rémy, dichiarò che i ristoranti francesi con tre stelle Michelin non si potevano penalizzare perché ‘intoccabili’ e che in realtà la visita degli esperti della Guida, erano talmente sporadiche da rendere poco credibili i loro giudizi. L’anno successivo lo scandalo che si scatenò intorno alla Guida transalpina fu ancora maggiore e li costrinse a ritirare dal mercato 50mila copie della pubblicazione incriminata. In pratica, nell’edizione belga, venne data una valutazione di ben due forchette e un Bid Gourmand, cioè un buon rapporto qualità-prezzo, ad un ristorante di Ostenda, quando il locale non aveva ancora aperto i battenti. Sempre nel 2005, Alain Senderens, proprietario del ristorante parigino Lucas Carton di Place de la Madeleine ha rinunciato alle sue tre stelle, che ha ottenuto per 28 anni di fila, diventando il terzo chef francese a fare questa scelta.

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